Un personaggio di nome Maigret appare in quattro romanzi popolari, scritti da Simenon nel 1929 e firmati con gli pseudonimi di “Christian Brulls” (“Train de Nuit” e “La figurante” o “La jeune fille aux perles”) e di “Georges Sim” (“La femme rousse” e “La maison de l’inquiétude”), nei quali il personaggio del Commissario è secondario ed ancora poco caratterizzato, e l’intreccio poliziesco resta marginale.
I tratti caratteristici di Maigret sono invece già ben delineati fin dal primo romanzo ufficiale, “Pietr-le-Letton”; nella descrizione di Simenon:
« Maigret non somiglia ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate. Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi. »
L’aspetto esteriore di Maigret non cambierà nel tempo; di lui rimangono nella memoria l’immancabile pipa caricata e fumata in continuazione, la bombetta, un pesante cappotto con il collo di velluto, l’andatura massiccia.
Così come rimangono nella memoria le ambientazioni parigine di gran parte delle sue inchieste: l’ufficio del Quai des Orfèvres con la stufa in ghisa, la brasserie Dauphine puntuale rifornitrice di birre e panini durante i lunghi interrogatori, le lunghe camminate per Parigi intervallate da numerose soste nei bar per una birra o un calvados, i piatti popolani assaporati in modesti bistrot, i dialoghi con le portinaie degli stabili, la casa di Boulevard Richard-Lenoir con la premurosa ed affettuosa Signora Maigret in perenne attesa.
Altrettanto famoso è il cosiddetto “metodo” di Maigret, che colleghi e superiori hanno inutilmente cercato di scoprire. Maigret è un investigatore diverso dai suoi colleghi letterari; nelle sue inchieste assume particolare rilevanza l’indagine psicologica, talvolta più importante ai suoi occhi della scoperta del colpevole; per lui, come racconta Simenon:
« L’importante è conoscere. Conoscere l’ambiente in cui il delitto è stato commesso, conoscere il genere di vita, le abitudini, i costumi, le reazioni degli uomini che vi sono coinvolti, vittime, colpevoli o semplici testimoni. Entrare nel loro mondo senza stupirsi, tranquillamente, parlare con naturalezza il loro linguaggio. »
Ed è questo il “non-metodo” di Maigret: immedesimarsi nell’ambiente in cui è avvenuto il delitto, affidarsi alle intuizioni, alle sensazioni, ai piccoli particolari, entrare nella psicologia dei personaggi coinvolti, senza giudicare o condannare, ma soltanto cercando di capire.
Spesso le inchieste di Maigret si discostano dagli schemi del poliziesco in senso classico per tracciare suggestivi ritratti psicologici e per evocare con efficacia l’atmosfera grigia e stagnante della provincia francese. Il colpevole viene spesso sospettato, se non individuato, relativamente presto nel corso della inchiesta. Si tratta però di ricostruire la verità umana, l’antefatto che ha causato il dramma, e con esso le prove per poter incastrare il colpevole.
Nel mondo in cui si muove Maigret non tutto è perfetto, non tutto si risolve sempre senza inciampi, e non sempre l’ingranaggio indagine-giustizia risulta così funzionante. In diverse delle circa 80 inchieste del commissario Maigret la verità viene raggiunta alla fine, sì, ma magari il colpevole non viene assicurato alla giustizia, oppure viene trovato solo anni dopo, o anche se trascinato in tribunale riesce magari a cavarsela con una pena leggera. E non è neanche così semplice il rapporto fra Maigret e i meccanismi burocratici della giustizia.
Frequentemente le inchieste del commissario sono costellate, se non intralciate, da divergenze di metodi e di opinioni fra lui e i magistrati. Più di una volta il commissario è costretto a subire le pressioni di qualche personaggio potente infastidito dalle sue inchieste, e fra un romanzo e l’altro si affacciano anche casi di errori giudiziari. C’è addirittura un caso in cui, per una sfortunata concatenazione di eventi, lo stesso Commissario finisce sotto inchiesta.
fonte: Wikipedia