[31] Il mio amico Maigret

9788845915062_0_0_838_75Chi l’avrebbe detto? A Scotland Yard conoscono Maigret e s’interessano ai suoi metodi. Sino al punto di inviare a Parigi l’ispettore Pyke per un soggiorno di studio.

Bella seccatura. Già, perché Pyke è gentile, discreto, ma segue Maigret come un’ombra. Osserva tutto e sembra registrare tutto. Insomma, è insopportabile. Fra l’altro non c’è una sola inchiesta all’orizzonte.

Almeno sino a quando a Porquerolles non viene ucciso Marcellin, un piccolo malvivente che vive su una barca. E perché mai Maigret dovrebbe occuparsi di un delitto commesso in una lontana isoletta del Mediterraneo? Semplice: perché Marcellin sosteneva di essere suo amico, e tutti sono convinti che l’abbiano ammazzato proprio per questo.

(Descrizione tratta da: www.ibs.it)

Titolo originale dell’opera : Mon ami Maigret

Data di pubblicazione : 10 giugno 1949

[30] La prima inchiesta di Maigret

 

E’ il 15 aprile 1913. La polizia giudiziaria si chiama ancora Sureté e Jules Maigret, 9788845916397_0_0_300_75segretario del commissariato del quartiere Saint Georges, non sa che sta per cominciare la sua prima indagine. Ha 26 anni e l’aspetto di un adolescente segaligno, conosce a memoria il regolamento interno, è sposato da appena cinque mesi con una bella ragazzona piena di vitalità che ancora lo accompagna in ufficio ogni mattina e da quando è entrato nella polizia (circa 4 anni) è passato per le mansioni più umili. E adesso, all’una e mezzo di notte, gli arriva tra capo e collo un tizio in abito da sera che gli viene a raccontare di aver sentito le urla di una donna provenire dalla villa di un’importante famiglia appartenente all’alta società. Ora l’indagine è sua.

(trama tratta da : www.ibs.it)

[29] Il morto di Maigret

(Pubblicato in Italia anche con il titolo “Ben tornato, Maigret“.)


maigret_bentornato_adUn uomo telefona a Maigret in preda al panico dicendo che qualcuno lo sta seguendo per ucciderlo. Maigret cerca di rintracciarlo, ma alla fine troverà il suo cadavere. Il prefetto gli ordina di lasciar stare le indagini, credendo che si tratti della tipica vittima di una resa dei conti della malavita, e di dedicarsi esclusivamente ai massacri nelle fattorie della Piccardia, attaccate più volte d’estate da una banda brutale che ha ucciso tre famiglie. Alla fine Maigret capisce che i due casi sono collegati.

Trama tratta dal sitoNoir in Festival

Maigret secondo Pintér

Premessa:  non esiste al mondo copertina dedicata a Maigret che sia più bella, assolutamente evocativa e moderna di quelle create dall’artista Ferenc Pintér: per chi non sapesse a cosa ci riferiamo, ne alleghiamo “una” come esempio.
Dopo questo piccolo collage, troverete un pensiero del maestro circa la genesi delle copertine disegnate per il nostro amato commissario.

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[Il testo qui sotto è  interamente tratto da ferecpintér.it]

Monografie dell’artista, clicca QUI

Perché, dopo ottanta-novanta copertine (comprese le inedite), riesco, e continuo, a disegnarle con immutato interesse, anzi con piacere? Parlo delle copertine di Maigret, che sono rimaste per me il soggetto stimolante di sempre e che, qualche volta, riescono forse a parlare un linguaggio grafico scarno e denso come la prosa di Simenon.
Penso che la risposta stia nell’atmosfera creata dallo scrittore, aleggiante intorno a Maigret come il fumo grigioazzurro della sua pipa. Di che cosa è fatta questa atmosfera avvolgente? Io credo soprattutto di particolari, se vogliamo ripetitivi, come i nomi dei cibi – la blanquette de veau, il fricandeau, eccetera – o come i riti della brasserie Dauphine, dove, prima del calvados, compare sul banco l’immancabile uovo sodo. 
Ho cercato e trovato il suo famoso tabacco, il gris, rivelatosi per me insopportabile e dunque subito gettato via conservando, giusto per ricordo, soltanto l’involucro; ma di Maigret ho conosciuto, amato e – in un certo senso – conservato la personalità e tutto quel che lo riguarda.
Questa è la risposta, forzatamente approssimativa, ad alcune delle domande fatte dagli appassionati di Maigret e delle sue copertine.
Che cosa significa per me il personaggio Maigret? Alla fine questa domanda me la sono fatta anche io: vedo allora l’immagine che si crea sulla carta e che pian piano diventa personale coinvolgimento.

Ferenc Pintér
Milano, estate 2007

(Il sito del maestro Pintér è attualmente gestito dalla sua famiglia)

 

[28] Le vacanze di Maigret

maigret_vacanzeNon è il Maigret che conosciamo quello che ogni giorno alle 15, compunto e impacciato, va in clinica a trovare la moglie, operata per un improvviso attacco di appendicite alle Sables d’Olonne. Ma c’è di più: irritato dall’atmosfera balneare che lo circonda il commissario trascorre  le sue giornate, tra hotel e visite alla moglie in ospedale.
Finché qualcuno, con un biglietto infilatogli misteriosamente in tasca, gli chiede aiuto, ma Maigret interviene troppo tardi, a quanto pare la persona che ha bisogno di lui, è morta nello stesso ospedale dove si trova ricoverata Madame Louise…

 

 

[27] Maigret a New York

Durante il suo primo anno di pensionamento a Meung-sur-Loire, l’ex-commissario Maigret riceve la visita del giovane Jean Maura, figlio di un ricco uomo d’affari, John Maura, di New York. Il giovane, con l’aiuto del suo avvocato, convince Maigret a partire in nave con lui alla volta di New York, dove egli crede che suo padre sia in pericolo. Al momento dell’arrivo però, Jean scompare.

maigret_newyorkMaigret incontra un suo vecchio amico dell’FBI, l’ispettore Michael O’Brien, che aveva conosciuto a Parigi durante un’inchiesta, il quale gli dice che Maura, da giovane immigrato proveniente da Bayonne, aveva vissuto nel quartiere povero del Bronx con un amico violinista, Joseph Daumal. Il commissario non esita ad andarci in taxi per capire meglio il vissuto di questi strani individui.

A questo punto Maura riappare e vedendo il padre in buona salute, insieme con il suo segretario Mac Gill, si tranquillizza e vuole tornare in Francia. Maigret e O’Brien però vogliono saperne di più e si mettono a indagare sulla coppia di amici immigrati Daumal e Maura senior. Il primo è rientrato in Francia, dove fa il direttore d’orchestra e abita a La Bourboule. Scopre quindi che al momento in cui vivevano insieme a New York con loro c’era Jessie, amante di Maura che durante una sua lunga assenza per lavoro era stata anche con Daumal e ne era rimasta incinta. Prima del ritorno di lui, lei aveva dato alla luce un bambino che aveva consegnato all’assistenza pubblica. Né Maura avrebbe mai sospettato alcunché se non avesse trovato la fattura dell’ostetrica.

Poiché era stato fuori dieci mesi, aveva capito che non poteva essere il padre e, folle di gelosia, aveva ucciso Jessie. Più tardi, si era sposato e divorziato, e aveva avuto Jean, la cui nascita gli aveva fatto provare tenerezza per il figlio di Jessie che non aveva conosciuto e quindi l’aveva rintracciato: porta il nome della donna scozzese che l’aveva cresciuto e altri non è che il suo segretario.

Ma c’era però chi aveva saputo tutto e ora ricattava John Maura, oltretutto avendo rapito per due giorni all’arrivo il figlio Jean, che, spaventato, era costretto a tornare in Francia. Maigret saprà dell’arresto dei colpevoli sulla nave, mentre sta tornando a casa.

 

fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/Maigret_a_New_York

Gratin de pommes de terre au Munster

Premessa:

Il Munster è un formaggio di latte crudo vaccino a pasta molle, tipico dell’Alsazia. La sua particolarità consiste nel fatto di essere puzzolente, a molti, anche amanti dei formaggi francesi, risulta insopportabile. Per contro, è buono, anzi buonissimo !



Ingredienti
:
600 g di patate (sbucciate e pulite)
200 g di formaggio Munster
50 g di formaggio tipo  toma  morbida
parmigiano grattugiato, q.b.
1 cucchiao di pangrattato
10 g di burro
1 cucchiaio di olio
pepe nero macinato

Preparazione :

Cuocere le patate in pentola pressione per circa 15 minuti, trasferirle in uno scolapasta e lasvegsciarle intiepidire. Non devono essere stracotte (altrimenti si spappoleranno quando cercherete di tagliarle) ma devono comunque aver perso la durezza anche nella parte interna.

fromagerie_janin_687_munster_fermierNel frattempo, dedicarsi alla pulitura del  Munster, rimuovendo la scorza arancione che lo ricopre. Lo strumento migliore per effettuare quest’operazione è un pela-patate, che permette di raschiare via solo la parte più umida e molliccia. In questo modo eviterete di sprecare  formaggio.

Ricavare delle fettine sottili e tenerle da parte sul tagliare, insieme alla toma (anch’essa tagliata a fettine)
Volendo, è possibile utilizzare soltanto il Munster, senza aggiungere altri formaggi, (se lo “diluite” con un formaggio meno odoroso potrebbe dare un po’ meno fastidio ai nasi piu’ delicati).

Riprendere le patate e affettarle con uno spessore di circa 4 mm (non di più, altrimenti non termineranno la cottura e rimarranno dure). Preriscaldare il forno a 180° (ventilato).
Ungere leggermente di burro il fondo di un tegamino in cotto (diametro 20 cm e altezza almeno 10 cm). Disporre uno strato uniforme di patate (circa 1/4) e ricoprire con 1/4 dei formaggio.
gratin-de-pommes-de-terre-au-beaufortAggiungere un abbondante cucchiaio di parmigiano, un pizzico di sale e una macinata di pepe nero.
Ricoprire con un altro strato di patate e proseguire allo stesso modo fino all’esaurimento degli ingredienti… dovrebbero venire 4 strati di patate e 4 di formaggio. Completare l’ultimo strato con una doppia spolverata di parmigiano e con il cucchiaio di pangrattato.
Infornare il tegamino nella parte alta del forno e dopo 15 minuti, alzare la temperatura a 200°C. Proseguire la cottura per altri 15 minuti, fino a quando la superficie del gratin non sarà bella dorata. Sfornare, lasciare riposare per cinque minuti, e servire.

Noterete che, una volta cotto, il Munster perderà  buona parte dell’aroma pestilenziale che lo contraddistingue !

 

 

Ratatouille

[Questo piatto viene citato da Madame Emilie, padrone dell’hotel La Croix Blanche, nell’inchiesta “Il pazzo di Bergerac“].

La ratatouille è un contorno a base di verdure diffuso in gran parte della Francia e in particolar modo nella città di Nizza dove viene chiamata appunto ratatouille niçoise; il suo nome rievoca il gesto di rimestare le verdure che deriva dal francese touiller e dall’occitano ratatolha. É composta da verdure fresche tagliate a cubetti di uguale dimensione e stufate insieme rispettando il giusto ordine di inserimento in pentola per non rischiare di cuocerle eccessivamente o al contrario di farle rimanere troppo croccanti. In genere si prepara in estate quando le verdure sono più abbondanti e saporite e può essere aromatizzata con del timo fresco, basilico o altre erbe aromatiche a piacere. Servita come contorno con un accompagnamento di riso bollito, patate o anche semplicemente sul pane, è spesso arricchita con della cipolla tagliata a velo.


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Ingredienti:

  • MELANZANE 2
  • ZUCCHINE piccole – 4
  • CIPOLLE 2
  • PEPERONI ROSSI 1
  • PEPERONI VERDI 1
  • POMODORI CILIEGINI e il liquido di vegetazione di 10 ciliegini – 20
  • SEDANO ½ coste
  • SPICCHIO DI AGLIO 2
  • BASILICO 1 ciuffo
  • TIMO 2 rametti
  • ALLORO 2 foglie
  • ZAFFERANO 1 bustina
  • OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA (EVO) q.b.
  • OLIO DI ARACHIDI per friggere – q.b.
  • SALE q.b.
  • PEPE NERO q.b.

 

Preparazione:

Per preparare la ratatouille pulite le verdure e lavatele accuratamente.

Tritate le cipolle.

Scaldate in padella dell’olio extravergine d’oliva e fatevi appassire le cipolle. Non appena le cipolle si saranno ammorbidite e saranno diventate trasparenti, aggiungetevi i peperoni (sia quello rosso che quello verde) puliti, senza semi e tagliati a pezzetti ed il sedano affettato.
Aggiungete alla padella anche i pomodorini tagliati a metà, le foglie di basilico, il timo, l’alloro e gli spicchi d’aglio tritati finemente.
Lasciate stufare il tutto coprendo la padella con un coperchio e aggiungendo il liquido di vegetazione di 10 pomodorini se necessario.

Nel frattempo tagliate le zucchine a dadotti, scaldate dell’olio di semi in una padella e ratatouille-med106010_0_horizfriggetevi le zucchine appena preparate.
Quando le zucchine saranno fritte e saranno ben colorite, prelevatele dall’olio di frittura e mettetele da parte su dei fogli di carta assorbente.Tagliate, a questo punto, le melanzane a dadi e mettetele a friggere nello stesso olio utilizzato per friggere le zucchine. Una volta cotte, prelevate le melanzane dall’olio e mettetele ad asciugarsi dall’olio in eccesso su fogli di carta assorbente.
Unite, quindi, sia le melanzane che le zucchine alla padella con i peperoni e i pomodori.
Lasciate insaporire il tutto sul fuoco aggiungendo una bustina di zafferano e dell’acqua qualora fosse necessario.
Aggiungete alla padella anche i pomodorini tagliati a metà, le foglie di basilico, il timo, l’alloro e gli spicchi d’aglio tritati finemente.   Lasciate stufare il tutto coprendo la padella con un coperchio e aggiungendo il liquido di vegetazione di 10 pomodorini se necessario.
cucinaNel frattempo tagliate le zucchine a dadotti, scaldate dell’olio di semi in una padella e friggetevi le zucchine appena preparate.
Quando le zucchine saranno fritte e saranno ben colorite, prelevatele dall’olio di frittura e mettetele da parte su dei fogli di carta assorbente.
Tagliate, a questo punto, le melanzane a dadi e mettetele a friggere nello stesso olio utilizzato per friggere le zucchine. Una volta cotte, prelevate le melanzane dall’olio e mettetele ad asciugarsi dall’olio in eccesso su fogli di carta assorbente.

Unite, quindi, sia le melanzane che le zucchine alla padella con i peperoni e i pomodori.

Lasciate insaporire il tutto sul fuoco aggiungendo una bustina di zafferano e dell’acqua qualora fosse necessario. di verdure al suo interno.
La ratatouille deve rimanere morbida e si devono riconoscere i pezzi di verdure al suo interno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[26] La collera di Maigret

maigret_collera[ Il romanzo è ambientato a “Orsenne”, un piccolo villaggio che nella finzione descritta da Simenon si trova sulle rive della Senna. In un primo momento alcuni critici hanno creduto che in realtà Simenon si riferisse a Seine-Port o Morsang-sur-Seine, tramutati in “Orsenne” per un semplice gioco di parole, ma alcuni ricercatori hanno in seguito scoperto, grazie a visite ai luoghi e interviste ai locali, che l’ispirazione arrivava in realtà dal villaggio di Le Coudray-Montceaux, dove Simenon aveva trascorso un breve periodo qualche anno prima.
Da ricordare l’incipit di questo romanzo dove si trova una delle più appassionate descrizioni della signora Maigret:

« La signora Maigret che sgranava i piselli nell’ombra calda, dove l’azzurro del suo grembiule e il verde dei baccelli creavano chiazze sontuose, la signora Maigret, che non stava mai con le mani in mano, fosse pure alle due del pomeriggio della giornata più calda di un agosto già torrido, la signora Maigret, che sorvegliava il marito come si fa con un neonato… »]

Simenon inserisce nel testo un tocco di gotico, in particolare nella scena dove l’abietto Ernest Malik si aggira, spiato da Maigret, per il canile abbandonato dove tiene segregato il figlio sedicenne.


Trama :

maigret_collera_adDa poco andato in pensione e ritiratosi a Meung-sur-Loire, Maigret riceve la visita di Bernadette Amorelle, una ricca signora ottuagenaria che lo convince a indagare sull’improvviso suicidio per annegamento di sua nipote Monita. L’inchiesta, seppur non ufficiale, si svolge a Orsenne, paese di invenzione di Simenon, dove vivono gli Amorelle, una ricca famiglia di imprenditori. Qui, oltre all’anziana signora, vivono le due figlie: Aimée, sposata con Charles Malik (e genitori della scomparsa Monita), e Laurence, sposata con Ernest Malik, fratello di Charles (più i due loro figli, tra cui il più piccolo Georges-Henry, completamente asservito al padre). Maigret riconosce in Ernest un vecchio compagno di scuola del quale non conserva un buon ricordo.

Poco a poco, il commissario scopre che la famiglia è interamente dominata da Ernest, che già anni prima spinse al suicidio il fidanzato della futura cognata perché di lei innamorato, poi ne aveva sposato la sorella, essendo Aimée troppo giovane, e infine aveva fatto convolare quest’ultima a nozze col fratello, a sua volta suo zimbello, pur rimanendone l’amante. È lui il vero e unico dominatore della famiglia e delle aziende. È per qualcosa che ha visto che Georges-Henry vive in un mondo proprio e si rifiuta di uscire (ma manteneva un rapporto stretto con la cugina ora morta, forse ne era innamorato). Mentre Maigret cerca di comprendere il perché del suicidio, l’anziana signora spara al genero Ernest Malik, uccidendolo. Spiegherà poi a Maigret come anche la nipote fosse in verità figlia di Ernest e questa, scoprendo per caso il segreto, aveva deciso di togliersi la vita. La vecchia sapeva inoltre che Georges-Henry e Monita si piacevano e che anche lui potrebbe uccidersi, se lei non avesse deciso di liberarlo dalla presenza ingombrante del padre.

 

fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/La_collera_di_Maigret

Entrecôte bordelaise

Vi proponiamo una ricetta  la cui realizzazione è semplice, quasi imbarazzante, ma, parola di Louise, golosissima per gli appassionati di carne  (il midollo di bue fa la differenza, non storcete il naso, che vi vedo !)


 

Ingredienti (per due persone): 

  • 1 fetta di controfiletto da 250 g
  • 100g di midollo di bue
  • 30g di burro
  • 200ml di vino rosso francese
  • Mezzo scalogno
  • Erbe a piacere (consigliati alloro, prezzemolo, timo)
  • Sale, pepe, olio.

Preparazione : 

Salare e pepare bene la carne, mettere dell’olio in una padella e quando è caldo far entrecote-a-la-bordelaise-md-343585p556719rosolare bene le fette di carne, rigirandole quando hanno preso colore.
Stendere sul lato rosolato della carne un trito di erbe, metà dello scalogno e il midollo tagliato a pezzetti; lasciar cuocere i controfiletti per due minuti e poi metterli su un piatto da portata al caldo senza far cadere il trito.
Togliere il grasso rimasto nella padella e metterci lo scalogno, il vino e lasciarlo ridurre un po’, poi aggiungere il burro e mescolare. Servire con la carne.