Finalmente è disponibile la sigla d’apertura del film “Maigret a Pigalle”, descritto, a suo tempo, in QUESTA scheda.
Finalmente è disponibile la sigla d’apertura del film “Maigret a Pigalle”, descritto, a suo tempo, in QUESTA scheda.
Parigi, 13 agosto, caldo torrido.
Al Quai des Orfèvres si presenta un certo Josef Mascouvin che denuncia al commissario Maigret di avere letto in circostanze fortuite su di un foglio di carta assorbente in un locale pubblico, la frase :
“Domani pomeriggio alle ore 17 ucciderò la chiromante.”
Firmato Picpus
il giorno successivo Maigret decide di far sorvegliare tutte le chiromanti di Parigi tuttavia alle 17 Jean, una chiromante di Rue Coulaincourt non iscritta nell’elenco ufficiale, viene assassinata con due coltellate nella schiena.
Chiuso a chiave nella cucina dell’appartamento di Jean, Maigret scopre in stato confusionale, l’anziano signor Octave Le Cloaguen incapace di dare una spiegazione…
Prende il via così una delle più belle e appassionanti inchieste del commissario Maigret che, per trovare la soluzione, dovrà veramente sudare sette camicie.
Tratto dal romanzo di Georges Simenon “Signè Picpus” del 1941 lo sceneggiato fu trasmesso dalla RAI in tre puntate il 10, il 15 e il 17 gennaio 1965 come secondo episodio della prima serie de ‘Le inchieste del Commissario Maigret’ e raggiunse punte di oltre 12 milioni di spettatori, un vero record per l’epoca.
In questa piccola sequenza la parte finale dell’interrogatorio dell’anziano Le Cloaguen che ostinandosi a non rivelare nulla, nonostante Maigret lo incalzi per oltre quattro ore nel caldo torrido del suo ufficio, scatena alla fine uno dei famosi attacchi di collera del commissario sotto gli occhi imbarazzati del suo collaboratore Lucas.
Curioso come Lucas cerchi di imitare il suo capo vestendosi e fumando la pipa come Maigret…
Esempio di recitazione superba di Gino Cervi e di Sergio Tofano da fare impallidire le odierne fiction.
Di seguito le puntate integrali.
Con Gino Cervi e Oreste Lionello, nei panni di Moers. (messa in onda, 1965)
Maigret visto da Ferenc Pintér, grande illustratore di origine ungherese
vissuto a lungo in Italia dove, tra l’altro, disegnò per Mondadori le copertine dei libri di Simenon rifacendosi alla magistrale interpretazione di Gino Cervi nella famosa serie degli anni ’60 girata da Mario Landi per la RAI.
La sequenza rispetta l’ordine cronologico delle puntate trasmesse e mostra le copertine dei romanzi delle due diverse edizioni di Oscar Mondadori (1961 – 1969 e 1969 – 1972) dai quali gli episodi sono stati tratti.
Le musiche di sottofondo sono le sigle originali delle quattro serie trasmesse dalla RAI dal 1964 al 1972:
Mouloudi – Le mal de Paris
Luigi Tenco – Un giorno dopo l’altro
Tony Renis – Frin frin frin
Amanda – Il respiro di Parigi / Se non ci sei tu
Ringrazio Billevanstrio, utente di Youtube che ha caricato questo bellissimo video,il suo canale è QUESTO.
Le immagini inserite nel video sono tratte dal libro
curato da Santo Alligo
Cliccate QUI per leggere la scheda dell’opera.
E‘ partita, lo scorso 24 giugno, una nuova (e, a mio avviso lodevole) iniziativa editoriale del Corriere Della Sera, dedicata a Georges Simenon, e a Maigret.
Per saperne di piu’ seguite QUESTO link (si aprirà in una nuova pagina).
Le inchieste di Maigret si possono prendere a una a una o tutte insieme, nel loro cospicuo (76 romanzi e 26 racconti, dal 1931 al 1972) insieme di novecentesca commedia umana. In ogni caso la lettura è remunerativa, perché l’autore, Georges Simenon, è a pieno titolo un classico e il personaggio- commissario è ancora uomo del nostro tempo. Per rendersene conto, basta entrare nel mondo interiore di Maigret. Nel suo linguaggio. Nel «dizionario» del suo cuore.
Ambiente «Tutti si chiedevano cosa pensasse, mentre in realtà non pensava nulla. Non stava nemmeno cercando di scoprire degli indizi nel vero senso della parola: si limitava a lasciarsi permeare dall’ambiente». (Il cavallante della «Provvidence» )
Boulevard Richard-Lenoir L’abitazione di Maigret. «La signora Maigret entrò nella camera da letto, tappezzata di carta a mazzi di rose. Maigret, stanco, con gli occhi segnati, era disteso nel letto matrimoniale sul quale spiccava una trapunta di seta rossa». ( Pietr il Lettone)
Commissario «Era un commissario di prima classe con uno stipendio di 2.200 franchi al mese, il quale ogni volta che chiudeva un caso, dopo aver messo gli assassini sotto chiave, doveva sedersi alla scrivania, prendere un foglio di carta, fare l’elenco delle spese, pinzarvi le ricevute e le pezze giustificative, quindi litigare con il cassiere! Maigret non possedeva auto, né milioni né una schiera di collaboratori. E se si permetteva di disporre di uno o due agenti doveva poi mostrarne l’utilità». (Pietr il Lettone)
Donne «Rise. Una risata schietta, argentina. Da lei emanava quello che i cineasti americani chiamano sex-appeal. Perché una donna può essere bella ma non seducente, mentre altre dalle sembianze meno perfette risvegliano il desiderio o un senso di romantica nostalgia».
(Ilcrocevia delle tre vedove)
Évariste Maigret Padre di Maigret, intendente del castello di Saint-Fiacre. «Maigret vide come l’avesse avuto davanti agli occhi il piccolo ufficio del padre, vicino alla scuderia, il sabato alle cinque. Tutti quelli che lavoravano al castello, dalle guardarobiere ai braccianti a giornata, aspettavano fuori. Il vecchio Maigret, seduto alla scrivania coperta di percalle verde, faceva delle piccole pile di monete d’argento. I dipendenti entravano a uno a uno e firmavano il registro, magari solo con la croce…». ( Il caso Saint- Fiacre)
Figli «’Lei ha figli, commissario?’. Questa volta fu Maigret a girare il capo dall’altra parte. Per sua moglie il fatto di non avere figli era un cruccio. Quanto a lui, evitava accuratamente l’argomento’. ( I sotterranei del Majestic)
Giudicare «Si sentiva di fronte agli esseri umani che avrebbe dovuto giudicare, più umile e disarmato che mai» ( Maigret e i vecchi signori). «’La vita non è facile per nessuno…’ riprese il barbone. ‘Neanche la morte…’. ‘Quello che è impossibile, è giudicare’». ( Maigret e il barbone)
Halles «La primavera diffondeva nell’aria e nella vita di Parigi un’allegria spensierata. Certi oggetti e certe persone — le bottiglie del latte davanti a ogni porta, la lattaia col grembiule bianco accanto alla bancarella, il camion che, di ritorno dalle Halles, seminava qua e là le ultime foglie di cavolo — gli apparvero come immagini di quiete e di gioia di vivere». ( La chiusa n. 1)
Intuito «Aveva quarantacinque anni. Metà della vita l’aveva passata nei più diversi reparti della polizia: buoncostume, narcotici e poi polizia municipale, ferroviaria, addetta alle sale da gioco… Quanto bastava per eliminare ogni velleità di misticismo e far perdere ogni fiducia nell’intuito ». ( Il defunto signor Gallet)
Janvier «Poco più in là, sul bordo di pietra della banchina, un giovanotto biondo con l’impermeabile e un berretto grigio sembrava sorvegliare le operazioni di scarico del cemento dalla chiatta. Era l’ispettore Janvier, uno degli agenti più giovani ( 25 anni, ndr) della Polizia giudiziaria». ( Unatestain gioco)
Lucas Ispettore che lavora con Maigret. «Tra loro non c’era bisogno di spiegazioni». ( Il cavallante della «Providence» )
Moglie «’Mia moglie ( Louise, ndr) ha telefonato?’. ‘Sì, questa mattina… Le hanno detto che era in missione…’. Ci era abituata. Lui sapeva che se fosse rientrato a casa si sarebbe limitata a dargli un bacio, ad armeggiare con le pentole sul fuoco e a riempirgli il piatto di qualche intingolo dal profumo invitante. Al massimo avrebbe azzardato, ma solo quando lui fosse stato a tavola, e contemplandolo con il mento fra le mani, un ‘Come va?’. A mezzogiorno o alle cinque, avrebbe comunque trovato il pasto pronto». ( Pietr il Lettone)
New York «’È così difficile, a New York, riuscire a capire da dove vengano le persone!’». ( Maigret a New York)
Omicidio «Con gli anni Maigret ha imparato che non si ammazza senza un motivo, anzi senza un serio motivo. E anche ammesso che l’omicidio fosse opera di un folle o di una folle, si trattava comunque di una persona in carne e ossa, che faceva parte dell’ambiente della vittima ». ( Maigret e i vecchi signori)
Pipa «Maigret aveva assunto la sua espressione più cocciuta. Camminava adagio, le mani in tasca e la pipa tra i denti. Era una pipa perfettamente proporzionata alla sua faccia larga e massiccia: conteneva quasi un quarto di pacchetto di trinciato». ( Il porto delle nebbie)
Quai des Orfèvres, 36 Ufficio di Maigret. «Appesa al muro, dietro la scrivania, c’era un’enorme carta geografica, davanti alla quale Maigret si piantò, imponente e massiccio, con le mani in tasca e la pipa a un angolo della bocca ». «Dalla finestra intravedeva un braccio della Senna, place Saint-Michel, una chiatta-lavatoio, il tutto in un’ombra azzurra, costellata via via dalle luci dei lampioni a gas che si accendevano ». ( Pietr il Lettone)
Realtà «Si è pronti a tutto, ma non alle bizzarrie della realtà». ( La casa del giudice)
Stufa «Il commissario attizzò il fuoco nella stufa. In tutti gli altri edifici c’era il riscaldamento centrale, ma lui non lo sopportava ed era riuscito a tenersi la vecchia stufa di ghisa che stava lì da vent’anni». ( I sotterranei del Majestic)
Teoria della crepa «Dentro di sé la chiamava ‘la teoria della crepa’. In ogni malfattore, in ogni delinquente c’è un uomo. Ma c’è anche e soprattutto un giocatore, un avversario: ed è questo che la polizia tende a vedere in lui, è questo che, in generale, affronta. La lotta viene ingaggiata su dati più o meno oggettivi, come ogni problema a una o più incognite che la ragione si sforza di risolvere. Maigret agiva come gli altri. Ma lui cercava, aspettava, spiava soprattutto la ‘crepa’. Il momento in cui, in altri termini, dietro il giocatore appare l’uomo». ( Pietr il Lettone)
Uomini «I fatti possono concedersi il lusso di essere — o di sembrare — complicati. Gli uomini, invece, sono più semplici di quanto ci si immagini». ( Maigret a New York)
Verità «’Ebbene, di verità ancora non ce ne sono… Forse un giorno ce ne sarà una… O forse no…’». ( Il cane giallo)
Zia «A prima vista quella storia era non meno assurda di una fiaba o dei racconti edificanti che si trovano nei libri di lettura. Ma lì, davanti alla principessa, si sorprendeva a crederci, ad adottare il loro modo di vedere, di sentire, un po’ come, nel convento della zia, camminava in punta di piedi, parlava sottovoce, traboccante di soavità e di devozione». ( Maigret e i vecchi signori)
Roberto Iasoni
24 giugno 2009
Articolo presente sul sito del Corriere Della Sera a questo indirizzo.