Georges Simenon

Georges Simenon (Liegi, 13 febbraio 1903 – Losanna, 4 settembre 1989)

Figlio di un contabile e di una casalinga di estrazione borghese, frequenta con ottimi risultati vari istituti scolastici retti da religiosi, i quali però gli faranno pesare la sua inferiorità sociale, e ciò lo porterà ad odiare le autorità ecclesiastiche.
E’ particolarmente attratto dalla lettura fin da ragazzo, in particolar modo dai testi classici.
Nel 1919 entra come cronista alla “Gazette de Liège”, dove rimane per oltre tre anni firmando con lo pseudonimo di Georges Sim. Contemporaneamente collabora con altre riviste e all’età 18 anni pubblica il suo primo romanzo.
Dopo la morte del padre, nel 1922, si trasferisce a Parigi dove inizia a scrivere utilizzando vari pseudonimi; le sue capacità letterarie gli assicurano un rapido successo economico.
Nel 1923 inizia a collaborare con una serie di riviste (almeno 14) pubblicando racconti settimanali; la sua produzione letteraria è notevole e nell’arco di 3 anni ne scrive oltre 750. Contemporaneamente decide di intraprendere la strada del romanzo commerciale e negli anni 1925-1930 pubblica oltre 170 romanzi con vari editori (Ferenczi, Prima, Tallandier, Fayard), tutte opere sotto vari pseudonimi, dei quali i più ricorrenti sono Georges Sim, Jean du Perry, Gom Gut, Christian simenon.gifBrulls, Georges Martin-Georges e molti altri. Impiega pochi giorni per scrivere un romanzo, ed utilizza vari nomi per rivenderli a diversi editori; gli anni di scrittore sotto pseudonimo sono una sorta di apprendistato, in attesa di scrivere letteratura impegnata.
Nel 1928 intraprende un lungo viaggio in chiatta lungo i canali navigabili francesi, da cui trasse ispirazione per la realizzazione di numerosi reportage.

Nel 1930, in una serie di novelle scritte per la rivista Détective, apparve per la prima volta il personaggio del Commissario Maigret.

Nel 1966 viene premiato con il Mystery Writers of America Grand Master.
Durante la guerra si stabilisce in Vandea, dove intrattiene una lunga corrispondenza epistolare con André Gide; successivamente si trasferisce prima nel Connecticut (Stati Uniti), per una dozzina d’anni, ed infine a Losanna, dove muore per un tumore al cervello nel 1989.

Simenon è stato uno degli scrittori più prolifici del XX secolo, in grado di scrivere da 60 a 80 pagine al giorno. A lui si devono centinaia di romanzi e racconti, molti dei quali pubblicati sotto 17 pseudonimi diversi. La tiratura complessiva delle sue opere supera il centinaio di milioni di copie.
La narrativa di Simenon è caratterizzata da storie nelle quali i personaggi, quasi sempre umili o appartenenti alla piccola borghesia, si trovano coinvolti in vicende drammatiche. Pur utilizzando uno stile narrativo asciutto e poco incline a estetismi letterari, le sue opere dimostrano una notevole capacità di ritrarre con arguta psicologia vicende dal sapore profondamente umano. Con Simenon si giunge alla borghesizzazione del racconto giallo: piccoli uomini spersi nelle traversie della vita passano sotto la lente di un osservatore attento e analitico, che nelle sue opere non si dilunga in descrizioni favolistiche di luoghi e persone, ma anzi ad esse dedica spesso poche e asciutte righe. Tutto è crudo e brutalmente trasparente, tutto è nuda realtà.

La sua popolarità è dovuta soprattutto ai 75 romanzi ed ai 28 racconti che vedono come protagonista il Commissario Maigret.
In tali romanzi polizieschi Simenon si discosta dagli schemi dell’inchiesta per tracciare suggestivi ritratti psicologici e per evocare con efficacia le atmosfere parigine o quelle grigie e stagnanti della provincia francese. Le inchieste di Maigret sono in realtà la paziente ricostruzione della verità umana, per arrivare all’antefatto che ha causato il dramma, e con esso alle prove per poter incastrare il colpevole.

In tal senso Simenon già dagli anni ’30 imprime una svolta irreversibile nella storia del romanzo giallo: con Simenon, cioè, la domanda che ci si pone, che si pone l’investigatore e di conseguenza il lettore, si sposta ormai definitivamente dal “chi è stato” del giallo classico all’inglese, al “perché”, al “cosa è successo” nella esistenza di un uomo per portarlo fino alla soglia irreversibile del delitto.
L’attenzione dell’autore non è più centrata, come in altri autori di romanzi gialli, sulla costruzione di un meccanismo perfetto, di un enigma apparentemente insolubile che si sciolga magicamente nella sorpresa finale. Importante per Simenon è raccontare una vicenda umana, attraversata da un dramma, da un delitto, anche se ricostruita attraverso i passi che deve muovere un poliziotto per scoprire alla fine che il dramma è tale non solo per la vittima ma anche per l’assassino.

Tra i romanzi scritti da Simenon dove non figura Maigret è doveroso ricordare:

  • Tre camere a Manhattan: una storia avvincente e tetra, in cui non mancano colpi di scena, fotografie di vite squallide, persone insensibili, ma anche un amore; è stato scritto nel periodo in cui l’autore fu travolto dalla passione per donna che poi diverrà la sua seconda moglie.
  • L’uomo che guardava passare i treni: è la storia del signor Popinga che colto nella routine della sua vita “perfetta” guarda passare i treni della notte con le tendine abbassate “sul segreto dei viaggiatori”, finché un giorno prenderà anche egli il treno della fuga da tutti e da tutti, per vestire i panni dell’omicida braccato dalla polizia di mezza Europa;

Molti dei suoi romanzi sono divenuti film.

  • Numero di romanzi e scritti brevi: circa 450
  • Episodi del Commissario Maigret: 103 (75 romanzi e 28 racconti brevi)
  • Romanzi psicologici: oltre 110
  • Tradotto in 55 lingue
  • Pubblicato in 44 nazioni
  • Oltre 500 milioni circa di libri venduti
  • Film basati sui suoi scritti: circa 50

Notizie tratte da Wikipedia.

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