Maigret: una pipa, una vecchia stufa e la bellezza delle Halles a primavera

Un dizionario del cuore per scoprire tutti i segreti del successo

mtestLe inchieste di Maigret si possono pren­dere a una a una o tutte insieme, nel loro cospicuo (76 romanzi e 26 raccon­ti, dal 1931 al 1972) insieme di novecen­tesca commedia umana. In ogni caso la lettura è remunerativa, perché l’autore, Georges Sime­non, è a pieno titolo un classico e il personag­gio- commissario è ancora uomo del nostro tempo. Per rendersene conto, basta entrare nel mondo interiore di Maigret. Nel suo linguag­gio. Nel «dizionario» del suo cuore.

Ambiente «Tutti si chiedevano cosa pensas­se, mentre in realtà non pensava nulla. Non sta­va nemmeno cercando di scoprire degli indizi nel vero senso della parola: si limitava a lasciar­si permeare dall’ambiente». (Il cavallante della «Provvidence» )

Boulevard Richard-Lenoir L’abitazione di Maigret. «La signora Maigret entrò nella came­ra da letto, tappezzata di carta a mazzi di rose. Maigret, stanco, con gli occhi segnati, era diste­so nel letto matrimoniale sul quale spiccava una trapunta di seta rossa». ( Pietr il Lettone)

Commissario «Era un commissario di prima classe con uno stipendio di 2.200 franchi al me­se, il quale ogni volta che chiudeva un caso, do­po aver messo gli assassini sotto chiave, doveva sedersi alla scrivania, prendere un foglio di car­ta, fare l’elenco delle spese, pinzarvi le ricevute e le pezze giustificative, quindi litigare con il cassiere! Maigret non possedeva auto, né milio­ni né una schiera di collaboratori. E se si per­metteva di disporre di uno o due agenti doveva poi mostrarne l’utilità». (Pietr il Lettone)

Donne «Rise. Una risata schietta, argentina. Da lei emanava quello che i cineasti americani chiamano sex-appeal. Perché una donna può essere bella ma non seducente, mentre altre dalle sembianze meno perfette risvegliano il de­siderio o un senso di romantica nostalgia».
(Ilcrocevia delle tre vedove)

Évariste Maigret Padre di Maigret, intenden­te del castello di Saint-Fiacre. «Maigret vide co­me l’avesse avuto davanti agli occhi il piccolo ufficio del padre, vicino alla scuderia, il sabato alle cinque. Tutti quelli che lavoravano al castel­lo, dalle guardarobiere ai braccianti a giornata, aspettavano fuori. Il vecchio Maigret, seduto al­la scrivania coperta di percalle verde, faceva del­le piccole pile di monete d’argento. I dipenden­ti entravano a uno a uno e firmavano il regi­stro, magari solo con la croce…». ( Il caso Sa­int- Fiacre)

Figli «’Lei ha figli, commissario?’. Questa vol­ta fu Maigret a girare il capo dall’altra parte. Per sua moglie il fatto di non avere figli era un cruc­cio. Quanto a lui, evitava accuratamente l’argo­mento’. ( I sotterranei del Majestic)

Giudicare «Si sentiva di fronte agli esseri umani che avrebbe dovuto giudicare, più umile e disarmato che mai» ( Maigret e i vecchi signo­ri). «’La vita non è facile per nessuno…’ riprese il barbone. ‘Neanche la morte…’. ‘Quello che è impossibile, è giudicare’». ( Maigret e il barbo­ne)

Halles «La primavera diffondeva nell’aria e nella vita di Parigi un’allegria spensierata. Certi oggetti e certe persone — le bottiglie del latte davanti a ogni porta, la lattaia col grembiule bianco accanto alla bancarella, il camion che, di ritorno dalle Halles, seminava qua e là le ulti­me foglie di cavolo — gli apparvero come im­magini di quiete e di gioia di vivere». ( La chiu­sa n. 1)

Intuito «Aveva quarantacinque anni. Metà del­la vita l’aveva passata nei più diversi reparti del­la polizia: buoncostume, narcotici e poi polizia municipale, ferroviaria, addetta alle sale da gio­co… Quanto bastava per eliminare ogni velleità di misticismo e far perdere ogni fiducia nell’in­tuito ». ( Il defunto signor Gallet)

Janvier «Poco più in là, sul bordo di pietra della banchina, un giovanotto biondo con l’im­permeabile e un berretto grigio sembrava sor­vegliare le operazioni di scarico del cemento dalla chiatta. Era l’ispettore Janvier, uno degli agenti più giovani ( 25 anni, ndr) della Polizia giudiziaria». ( Unatestain gioco)

Lucas Ispettore che lavora con Maigret. «Tra loro non c’era bisogno di spiegazioni». ( Il ca­vallante della «Providence» )

Moglie «’Mia moglie ( Louise, ndr) ha telefona­to?’. ‘Sì, questa mattina… Le hanno detto che era in missione…’. Ci era abituata. Lui sapeva che se fosse rientrato a casa si sarebbe limitata a dargli un bacio, ad armeggiare con le pentole sul fuoco e a riempirgli il piatto di qualche in­tingolo dal profumo invitante. Al massimo avrebbe azzardato, ma solo quando lui fosse stato a tavola, e contemplandolo con il mento fra le mani, un ‘Come va?’. A mezzogiorno o alle cinque, avrebbe comunque trovato il pasto pronto». ( Pietr il Lettone)

New York «’È così difficile, a New York, riusci­re a capire da dove vengano le persone!’». ( Maigret a New York)

Omicidio «Con gli anni Maigret ha imparato che non si ammazza senza un motivo, anzi sen­za un serio motivo. E anche ammesso che l’omi­cidio fosse opera di un folle o di una folle, si trattava comunque di una persona in carne e ossa, che faceva parte dell’ambiente della vitti­ma ». ( Maigret e i vecchi signori)

Pipa «Maigret aveva assunto la sua espressio­ne più cocciuta. Camminava adagio, le mani in tasca e la pipa tra i denti. Era una pipa perfetta­mente proporzionata alla sua faccia larga e mas­siccia: conteneva quasi un quarto di pacchetto di trinciato». ( Il porto delle nebbie)

Quai des Orfèvres, 36 Ufficio di Maigret. «Appesa al muro, dietro la scrivania, c’era un’enorme carta geografica, davanti alla quale Maigret si piantò, imponente e massiccio, con le mani in tasca e la pipa a un angolo della boc­ca ». «Dalla finestra intravedeva un braccio del­la Senna, place Saint-Michel, una chiatta-lavato­io, il tutto in un’ombra azzurra, costellata via via dalle luci dei lampioni a gas che si accende­vano ». ( Pietr il Lettone)

Realtà «Si è pronti a tutto, ma non alle bizzar­rie della realtà». ( La casa del giudice)

Stufa «Il commissario attizzò il fuoco nella stu­fa. In tutti gli altri edifici c’era il riscaldamento centrale, ma lui non lo sopportava ed era riusci­to a tenersi la vecchia stufa di ghisa che stava lì da vent’anni». ( I sotterranei del Majestic)

Teoria della crepa «Dentro di sé la chiama­va ‘la teoria della crepa’. In ogni malfattore, in ogni delinquente c’è un uomo. Ma c’è anche e soprattutto un giocatore, un avversario: ed è questo che la polizia tende a vedere in lui, è questo che, in generale, affronta. La lotta viene ingaggiata su dati più o meno oggettivi, come ogni problema a una o più incognite che la ra­gione si sforza di risolvere. Maigret agiva come gli altri. Ma lui cercava, aspettava, spiava soprat­tutto la ‘crepa’. Il momento in cui, in altri ter­mini, dietro il giocatore appare l’uomo». ( Pietr il Lettone)

Uomini «I fatti possono concedersi il lusso di essere — o di sembrare — complicati. Gli uo­mini, invece, sono più semplici di quanto ci si immagini». ( Maigret a New York)

Verità «’Ebbene, di verità ancora non ce ne so­no… Forse un giorno ce ne sarà una… O forse no…’». ( Il cane giallo)

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Zia «A prima vista quella storia era non me­no assurda di una fiaba o dei racconti edifi­canti che si trovano nei libri di lettura. Ma lì, davanti alla principessa, si sorprendeva a cre­derci, ad adottare il loro modo di vedere, di sentire, un po’ come, nel convento della zia, camminava in punta di piedi, parlava sottovo­ce, traboccante di soavità e di devozione». ( Maigret e i vecchi signori)

Roberto Iasoni
24 giugno 2009

Articolo presente sul sito del Corriere Della Sera a questo indirizzo.

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